In questi giorni più che mai si è sentita l’esigenza dello
shopping online. Dalla spesa ai beni secondari, questa quarantena che
impedisce (o comunque sconsiglia vivamente) di uscire ha mandato in estasi gli
e-commerce, sfavorendo in maniera drammatica le piccole e medie imprese.
È davvero così?
Facciamo un attimo un passo indietro.
Esistono decine di siti di dedicata alla vendita online, prendiamo per esempio Amazon.
Amazon, il più grande e-commerce del mondo, ha aperto i
battenti il 5 luglio 1994 e prima della fine del decennio, era già popolare e
famoso (almeno in America).
Oggi esporta in tutto il mondo, arrivando a cifre da
capogiro: il fatturato del 2019 è di circa 233 miliardi di $ (dollaro più,
dollaro meno).
Una cifra mostruosa. Una cifra mostruosa che in tutto il
mondo vuol dire 233 miliardi di $ in meno nei negozi fisici, 233 miliardi di $
in meno alle piccole, medie e (perché no?) grandi imprese solo per causa di questo colosso; pensate unendo tutti gli altri e-commerce disponibili e a che cifra potremmo
arrivare, di quanti miliardi di dollari in meno per i negozi fisici stiamo parlando.
Ecco, ora smentiamo un secondo questa affermazione.
Amazon, Zalando, E-price, E-bay, subito.it, Wish, Alibaba,
Shein, Yoox, Privalia e compagnia non impediscono l’accesso e la vendita dei
privati sulle loro piattaforme, anzi.
Negli ultimi anni si è notato in misura sempre maggiore l’importazione
di negozi fisici sui negozi online (Casa Germanvox ne è un esempio lampante), sia approfittando di canali commerciali online preesistenti (vedi i sopracitati
esempi), sia creando ex novo dei propri canali di vendita, siti privati interni
come www.germanvox.it.
Il piccolo falegname, la sarta, l’artigiano potenzialmente
possono addirittura incrementare le proprie vendite e, di conseguenza, i propri
introiti, vendendo in tutta Italia e, potenzialmente, nel mondo.
Ipotizziamo: Filippo è un falegname specializzato in mobili.
È tanto capace di costruire un tavolo di quercia da un unico blocco di legno
abbastanza grande da ospitare 35 persone quanto di costruire uno sgabello per
la pesca che si può chiudere e mettere in uno zaino.
Filippo vive in una città da 40.000 anime, gatti compresi. Filippo
se l’è sempre cavata bene vendendo tramite passaparola nella sua città e nei
comuni limitrofi. Una volta al mese o anche meno riceve un ordine importante
(vedi il sopracitato tavolo) e tantissimi ordini più piccoli (una libreria, riparare
la vecchia madia della nonna, un set di sedie, qualche giocattolo, una
scrivania con cassettiera coordinata e via dicendo). Ma stiamo parlando di
pochi clienti con passaparola.
Ipotizziamo che Filippo abbia un’idea e si specializzi in
oggetti da rievocazione storica. Quindi tavoli, sedie, panche, stoviglie,
bauli, cassettiere, manichini, armi (finte, ovviamente), portagioie, credenze e
via dicendo.
Stiamo parlando di un mercato di nicchia.
Ma cosa succederebbe se Filippo aprisse un suo canale
e-commerce? Una pagina Facebook e una Instagram? Cosa accadrebbe se studiasse
un po’ di SEO per il proprio e-commerce? Inizierebbe a vendere online a
qualcuno di più delle 40.000 anime (gatti compresi) della sua città, sia per l’idea
particolare che ha avuto, sia per la sua intraprendenza. Una volta avviato
potrebbe cominciare a vendere anche oggetti di uso quotidiano, più piccoli ed
economici del tavolo di quercia, ma in numero maggiore, così da fare tante
piccole vendite a meno che, sommate, alla fine potrebbe portarlo a guadagnare
più dell’unico, grande ordine.
Potrebbe anche creare degli stock e venderli approfittando
del famoso e famigerato Amazon, facendo così parte dei 233 miliardi di $ di
fatturato annuo. Parte di questi non sarebbero “rubati alle piccole imprese”,
ma sarebbero parte di quell’introito annuo che serve a Filippo per mantenere se
stesso e la sua famiglia.
E così come Filippo potrebbero fare (o hanno già fatto) i
grandi negozi. Pensate alla coop che manda la spesa a casa, pensate ad H&M
che ha un e-commerce fornitissimo, pensate a Casa Germanvox che ha tutti i
prodotti del negozio più diversi inediti nel suo store online.
L’e-commerce non è la bestia nera ruba soldi di cui si parla tanto, è
solo un modo diverso di vendere e comprare. Un’evoluzione del commercio come se
ne è sempre fatte e a cui ci si può adeguare per rimanere competitivi. Non serve
nemmeno essere eccezionalmente bravi col computer: oggigiorno ci sono
tantissimi siti preimpostati creati apposta per facilitare la vita di chi non
ha modo di assumere un web designer (piccolo consiglio: se potete farlo,
fatelo; l’esperienza e abilità di un professionista non sono paragonabili al
fai da te).
Anche perché soffermiamoci un altro secondo a pensare a Filippo
e a cosa succederebbe in questo periodo se avesse o no un sito, le opzioni sono
solo 2: Filippo si è creato qualche canale di vendita alternativo e potrebbe
continuare a lavorare e vendere anche in questo periodo in cui il mercato
fisico si è fermato, oppure potrebbe aver deciso che non vuole investire su se
stesso e sul proprio lavoro, rimanendo conosciuto solo per il passaparola. Ora ditemi,
come sarebbe per lui il mercato in questo periodo? Fermo, esatto.
Passiamo in ultima battuta al consumatore finale.
Avete idea di quanti di quei 233 miliardi di $ siano frutto di
un acquisto compulsivo, dettato dalla noia o da un’esigenza immediata di
qualcosa che se si aspettasse di andare al negozio fisico non verrebbe
comprato? Io no, ma ho la certezza che siano parecchi. Fatturato che non
sarebbe stato fatto in negozio.
In più c’è il fattore comodità. Pensiamo a Giustino.
Giustino è un avido lettore. Legge e colleziona libri da
tutta la vita.
Potete immaginare Giustino, ormai in pensione, quanti libri
abbia accumulato. È arrivato il giorno in cui la sua dodicesima libreria è
piena. Cosa potrebbe fare Giustino? Riordinare i suoi libri e sperare che
improvvisamente compaia altro spazio per miracolo o sedersi sul divano,
visitare www.germanvox.it e comprare una
libreria nuova a poco prezzo trovando pure una poltrona nuova con l’elevazione
automatica tanto utile quando ha la schiena bloccata? Oppure aspettare la fine
della quarantena, andare personalmente in negozio, passare ore a cercare quella
giusta, caricarsela in macchina, portarsela su al quinto piano senza ascensore
e montarsela pure da solo?
Voi cosa fareste?
Quindi, a conclusione di tutto. L’e-commerce è o non è un’utile
alternativa a portata di tutti?